Era da tanto che ci pensavo, e forse prima di sabato (10 marzo 2012) non ne avevo parlato con nessuno, né chiesto informazioni. E a chi chiederle, dettagliate e su quel posto?! Solo dopo essere saliti lassù ho cercato qualcuno che ne sapesse qualcosa, e per saperne qualcosa devi averci almeno messo piede. Ad essere sinceri, non ne ho trovati molti. Ebbene, stiamo parlando della Parete Nord di Pizzo Acuto (2.035m.), il "duemila più piccolo" dei nostri bei Monti Sibillini, caratterizzato da una cresta Nord abbondantemente esposta che d'estate, possibilmente in giornate senza vento, si presta come "banco di prova" all'escursionista che vuole avvicinarsi ad una montagna più "affilata". Insieme al Pizzo Tre Vescovi (2.092m.) chiude la Valle del Fargno sopra alle sorgenti del Fiastrone.
Andando verso Pintura di Bolognola e guardando dentro la Valle del Fargno, il Pizzo Acuto (o Pizzo Senza Nome) si fa subito notare; una piccola e acuta piramide, la cui parete nord precipita continua per circa 600 metri, tra balze rocciose, prati, roccette e "rocciotte" instabili, verso il fondovalle con una pendenza che aumenta man mano che ci si avvicina alla sommità del Pizzo. L'altro versante è invece caratterizzato da una parte sommitale comunque ripida, ma che degrada più dolcemente verso la Pescolla, un'enorme conca che d'inverno diventa un paradiso per i free riders.
Una cosa è certa a proposito di informazioni: la zona nord ed ovest della Montagna, divise da un'altra affilata dorsale, viene chiamata dagli anziani di Bolognola "l'Abbandonata". Quindi è chiaro che è una zona da evitare, in particolare in inverno e soprattutto senza avere ai piedi almeno un paio di ramponi e una picca nelle mani. Girando dietro la curva, passata Forcella Bassete, abbiamo notato senza troppo stupore che non vi erano tracce di passaggi recenti. Il passaggio, soprattutto dopo le Bassete, come si può ben vedere dalle foto, non è più la "comoda strada" innevata che abbiamo fin lì. I versanti si fanno più aspri e diventano uno scivolo ghiacciato di neve instabile, e cornici da vendere! Veri e propri "balconi" affacciati sul Fargno, ma senza parapetto.
Quindi, evitando equivoci, è un posto che non consiglio a nessuno. I nostri ragionamenti quel sabato ci hanno detto di fare così, l'avanzare della giornata ci ha dato ragione. Non sempre succede ciò che immaginiamo, e per questo possiamo scegliere. Rispetto per tutti, prima di tutto per noi stessi, i nostri progetti, i nostri desideri, le nostre paure, le nostre emozioni. La Montagna è di tutti, ed è importante frequentarla divertendosi. La penso così, e credo anche i soci con cui fino a tarda notte sabato si è ragionato e sragionato su tempi, modi, meteo, vento, corde e non corde, sci e non sci... e poi Via! Partenza!
Bene, l'idea era (ed è stata!) di salire la Parete Nord di Pizzo Acuto per la via più diretta possibile, "immaginando una direttissima" che puntasse alla cima... beh, audace! Durante la personale scoperta di nuove pieghe della Montagna, anche se ce l'hai da trent'anni davanti alla faccia, c'è sempre qualche gradita sorpresa, tipo quando ti appaiono davanti una decina di metri di candele di ghiaccio, e da qui nasce la linea immaginata e realizzata spaziando, con piacere appunto, per le pieghe di Pizzo Acuto nella Parete Nord. Spettacolo!
E quindi?... Partenza!
Ore 6.00 - Piazzale di Pintura. Ci si avvia di buon passo, godendo del giorno appena nato, verso la strada del Fargno. Un'autostrada veloce questa mattina che ci conduce comodi alle Bassete. Ci si affaccia dietro e ci appare lo spettacolo immaginato. Neve vergine! Siamo nella zona di Pizzo Acuto e la dorsale inizia da subito a farsi più aspra alla nostra sinistra. La strada diventa uno splendido tappeto di polvere portata dal forte vento da nord-est, che cela un fondo duro come il marmo!
Man mano che ci si avvicina al primo canalone, che rappresenta l'inizio della parete nord, la strada si riempie di neve ventata formando un pendio uniforme e solido. Non ci stiamo a pensare troppo e continuiamo con la dovuta attenzione e con gli sci ai piedi. Ci sarà il tempo di metterli dietro. In un paio d'ore siamo nel canale sotto la parete, osservata con attenzione già nell'ultima mezz'ora di avvicinamento da dove si gode una vista superba su tutta la parete. Quindi le ultime decisioni per ricordarsi com'è una volta che ci sei sotto.
Ore 8.15 - Base della Parete Nord di Pizzo Acuto. Decidiamo di seguire la soluzione più logica, stimolati anche dalla bella vista della colata di ghiaccio sopra di noi; l'inizio del canale è "noioso", chiaramente tanta neve fresca, ma appena ci si alza e se ne esce, la situazione inizia a prendere la forma che ci aspettiamo. Saltiamo fuori dal canale verso destra e ci mettiamo comodi a dare uno sguardo. Decidiamo come previsto di spostarci verso il centro della parete dove c'è un grande canale che sembra interessante ma che non riusciamo a vedere chiaramente. Andiamo a scoprire. Inizia il traverso, sempre più ripido man mano che si va avanti e delicato, all'ingresso del canale, a causa degli affioramenti rocciosi che lo formano.
Ore 8.40 - Si sale su per il canale, relativamente "umano" pare stamattina. C'è comunque polvere in superficie ma si arriva bene a una buona crosta di ghiaccio molto solida nei punti più ripidi in cui spingiamo dentro con decisione le punte dei ramponi e le becche delle picche. I punti tecnicamente più impegnativi sono due, di cui il più rilevante a metà parete circa, un tratto che da lontano sembrava una conchetta poi rivelatasi un ripido pendio carico di neve che conduceva all'uscita del canale. Probabilmente la parte più tecnica di tutta la salita. Usciamo dal primo "sistema di roccette", un bell'assaggio di ciò che abbiamo davanti. Non sempre è facile fidarsi del posizionamento degli attrezzi, nei punti più ripidi si batte spesso sulla roccia e bisogna trovare un altro posto dove andare ad aggrapparsi. Vediamo con chiarezza la logica uscita dal canale che si presenta più rocciosa di quanto previsto. Comunque dobbiamo salire, e quindi: "Tutto ok?" .... "...si, tutto ok!" .. "Allora andiamo" ... "Si, andiamo!". Procediamo.
Ci avviciniamo osservando con attenzione il secondo sistema di roccette che porta all'uscita. Puntiamo una linguetta di neve tra roccette instabili e qualche ciuffo d'erba qua e là, dritta al centro del canale che si stringe, e si presenta ora chiaramente la verticalità dell'ultima parte. Siamo pervasi da una timorosa emozione. Finalmente un po' di Montagna! Passaggio delicato e... ta-ta .. ta-ta .. ta-ta-ta ta-ta .. saliamo! Colpi decisi ci portano fuori... primi respiri... ma ancora ce n'è da fare ... ma ora calma, ci vuole solo calma.
Ore 9.20 - Fuori dalle difficoltà, almeno quelle tecniche, siamo ancora a metà parete, e ciò che ci si presenta dinanzi è l'intera parete Nord di Pizzo Acuto. Siamo circa al centro e lo spettacolo è grandioso!!! Il pendio precipita ripido giù diritto dentro la Valle del Fargno, e noi restiamo un attimo lì, incantati da queste "nuove prospettive" che ci appaiono dinanzi agli occhi. Non so, non so descrivere bene, ma le foto parlano da sé meglio di mille parole. Sopra di noi l'ultima distesa innevata che ci porterà ancora più su, verso l'uscita. Si sale ancora, con meno pensieri ma sempre massima attenzione e decidiamo di seguire un paio di piccole incisioni tenendoci al limite tra le roccette e le conchette di neve che si rivelano meno stabili del previsto. Decidiamo quindi di spostarci un'ultima volta a destra e di risalire. Ormai ci abbiamo preso gusto! Un ultimo muretto verticale ci conduce dritti sotto la selletta dove abbiamo scelto di uscire.
Ore 9.40 - Ancora un paio di respiri qui, nel mezzo della parete. Tra poco, una volta usciti, non saremo più al riparo. Sopra soffia un vento bestiale! Ancora un attimo, un paio di passi, tre passi avanti. Continuiamo a guardarci intorno e in faccia attraverso le lenti degli occhiali. Poche parole, quelle essenziali, siamo anche un po' stanchi. Ancora qualche foto. Il vento soffia, minchia se soffia! Saliamo, usciamo. Scegliamo di saltar fuori dritti davanti a noi, c'è l'ultima selletta a una ventina di metri dalla cima e una cornicetta anche simpatica. Più a destra il vento ha formato cornici di 5-6 metri e non ci pare un'idea saggia arrivati a questo punto andarle a vedere. Temporeggio ancora un secondo, ancora un secondo qua dentro, tra le pieghe di Pizzo Acuto. Che sogno!
Ore 10.00 - Sole a picco in faccia. A questo punto quasi non vedo più niente. A tastoni sputo fuori le picche dalla cornice, mi appoggio in qualche modo su questo apparentemente innocuo mucchio di neve. C'è anche il sole oggi?! E mi ribalto fuori sul mondo "civile". Mi guardo Mary che si becca il sole in faccia e fa la mia stessa scena per saltar fuori. Sorride. Anch'io, ed è fatta! Mentre cerco di stare in piedi con gli sci "a vela" sullo zaino, cerco di convincermi che posso riprendere una naturale posizione eretta e capisco che sono effettivamente e finalmente in piedi e sulla terra ferma. E piano piano, pieni dentro e fuori, ci avviamo barcollando per il vento verso gli ultimi metri di cresta che portano all'esigua e simpatica cima di Pizzo Acuto.
Ore 10.15 - Spettacolo! E' fatta, siamo sopra! "...e ammazza che vento che c'è qua sopra!!!" Non un attimo di tregua! Arrivati in cima a Pizzo Acuto (2.035m.) abbiamo lasciato la "Bandiera Proibita". Un piccolo gesto per ricordare. Il 10 marzo 2012 è il 53° anniversario della rivolta dei tibetani di Lhasa contro l'occupazione cinese. Abbiamo “immaginato” la direttissima di una Parete Nord da percorrere in stile alpino. Una via a noi "sconosciuta" di un "Pizzo Senza Nome" per ricordare un popolo "Senza Voce". Perché si può ascoltare e vivere con coraggio senza dover nascondere la tragedia di un popolo. In vetta abbiamo lasciato la “Bandiera proibita" privata del suo valore e da ogni diritto con la speranza che torni presto a muoversi e pregare nel vento!
La discesa è stata semplicemente un bel taglio veloce sotto il Pizzo, puntando diritti alla Forcella Bassete. Mentre salivamo si ragionava su eventuali possibilità di discesa, ma una volta fuori il tempo a disposizione era oramai poco. Inutile cimentarsi in un'improbabile discesa stanca e rischiosa. Prendiamo "il rapido" dalla sella sotto il Pizzo Tre Vescovi, puntiamo sotto la cima del Pizzo Acuto, lo salutiamo e ci spariamo diritti a Pintura.
Grazie a Maria Pia Melonari, Gianluca Romagnoli e Marco Mietti per il cuore, l'entusiasmo, la condivisione, i ragionamenti fino a notte fonda. Grazie alla Montagna che ci ha accolti e permesso di andare in alto.
E infine grazie anche a me stesso!
di Francesco Cianconi
Tutte le foto sono prese dalla pagina Flickr di Francesco Cianconi, dove potete trovare la galleria fotografica completa della salita della Parete Nord di Pizzo Acuto.