Prima di abbassare le sue membra volle lasciare delle tracce per ricordare - per ricordarsi - di essere mutevole, parte di un processo lungo come il tempo scandito da sussulti che non fanno dormire.
Di fronte a lei una cima per mascherare la sua altezza e sul fianco, ben visibile all’occhio che non cerca solo pace, una lunga cicatrice.
Sotto di lei, per riflettersi celatamente quando sveste l’abito bianco, una lacrima d’acqua cristallina.
Tornerò a muovermi come tutte le altre, si disse, altrimenti non sarei quel che sono, sarà incombenza di altri cercarne e comprenderne il senso.
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Testi: Simone Vecchioni - Illustrazioni (bozzetti): Valentina Marchionni.
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